Yoga

Lo yoga che pratico e che, con altri insegnanti, cerco di divulgare, è lo yoga nella tradizione di Sri T. Krishnamacharya secondo l’insegnamento di suo figlio Sri T.K.V. Desikachar: si adatta all’individuo rispettandone le caratteristiche, i bisogni, la cultura, il credo (principi base del Viniyoga), mirando al benessere globale di ognuno.

Il testo di studio di riferimento è lo Yoga Sutra di Patanjali.

La pratica è costituita da tre fasi:  Āsana, Prānāyāma, Meditazione.

Āsana (dal sanscrito, posizione) è la pratica delle posizioni fisiche. Questa fase pone l’accento su due concetti: stabilità della mente ed esperienza di benessere del corpo, due qualità strettamente connesse l’una con l’altra. Perché si realizzino si cerca di associare al minimo sforzo del gesto il rilassamento delle tensioni inutili, mantenendo un’attenzione costante al respiro. Āsana e respiro diventano, in questo modo, punti di riferimento della mente e permettono così di vivere l’esperienza in consapevolezza.

"Solo quando il corpo, la respirazione e la mente, lavorano all'unisono si è ottenuta la vera qualità di un āsana" (da "Il cuore dello yoga" di T.K.V. Desikachar, Ubaldini Editore Roma).

Prānāyāma (estensione o allungamento del respiro) è la fase successiva. In questa c’è l’interruzione di una respirazione automatica, superficiale, caotica e inconsapevole, in quanto si attua la regolazione cosciente del respiro: attraverso la modificazione del respiro è possibile ottenere la modificazione dello stato della mente (es.: da una mente agitata ad una mente calma). Il prānāyāma è considerato un efficace mezzo per purificare la mente e prepararla alla concentrazione.

Meditazione, da seduti o da sdraiati, è la terza fase. Con la meditazione ci si prefigge di dare maggiore chiarezza alla propria mente, attraverso un processo progressivo ben preciso.



"Il seme dello Yoga si manifesta diversamente. In ciascuna persona." (Shri T. Krishnamacharya)

"Chiunque può respirare. Dunque chiunque può praticare Yoga." (T.K.V. Desikachar)